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1985: A Campobasso, il Campobasso batte la Juventus grazie…. ad un Ternano

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Il miracolo del Selvapiana, così lo ricordano a Campobasso, quando i lupi molisani riuscirono nell’impresa di battere la Juventus di Platini e Trapattoni allo stadio di Campobasso, che in quella partita ospitava un pubblico di quarantamila persone, più della metà degli abitanti della città molisana, ed i tifosi molisani riuscirono in quella occasione a festeggiare due volte, poiché dopo la gioia della promozione in Serie B, videro anche la vittoria contro una delle Juventus più forti di tutti i tempi (se non la più forte di tutti i tempi). Una squadra, quella del Campobasso, creata dal niente, ma divenuta estremamente competitiva, grazie alla passione di un presidente generoso, ed alle tecniche calcistiche di un allenatore esperto e motivato, che crearono un ottimo vivaio composto da giovani locali, volenterosi di onorare la propria terra e la propria squadra.

 

Un innesto, che risultò vincente, fu con il calciatore ternano di nascita, e membro della Ternana, Marco Maestripietri, che dopo aver fatto l’esordio nei professionisti, con la Ternana in serie A, venne acquistato, dai molisani, che puntavano su di lui, poiché pur essendo giovane, dimostrò di essere un centrocampista completo, con una buona tecnica di lanci, e la visione di gioco che gli permette di giocare sia centrocampista semplice, che come regista. Grazie a queste doti, dopo pochi anni di rodaggio in serie C, Marco Maestripietri riesce nell’impresa di portare il Campobasso, per la prima volta in serie B, nel 1982, proprio nello stesso anno dove un altro ”ternano” Franco selvaggio diventa campione del mondo con la nazionale Italia di calcio, ed il Campobasso gioca come una squadra esperta e non come una provinciale, poiché il lupo molisano non subisce il timore delle avversarie, arrivando a strappare un pareggio a reti inviolate con il Milan, ed una vittoria contro la Lazio per uno a zero, ma il capolavoro di Maestripietri, avvenne nel 1985, il quindici febbraio, il giorno dopo la Festa di San Valentino il Patrono di Terni, quando il piccolo, ma indomito Campobasso deve affrontare lo squadrone Juventus al Selvapiana di Campobasso, per gli ottavi di finale di Coppa Italia. La partita, secondo la stampa, è scontata, con la Juventus vincente, ed il Campobasso sfavorito, ma i Lupi molisani, decidono di fa vedere che con carattere e grinta si può tutto, ed è appunto il Campobasso che parte subito all’assalto, senza paura della corazzata Juventus, con il ”nostro” Maestripietri, che come regista, domina il centrocampo, lanciando il palloni ai due attaccanti della squadra rossoblu, e proprio da una suo lancio, che porta all’azione del goal, con Guido Ugolotti del Campobasso, che fa esultare i quarantamila del Selvapiana (Campobasso ha cinquantacinquemila abitanti, fate voi le proporzioni del tifo molisano), e mettendo a più riprese in difficoltà, la retroguardia bianconera, sia nel primo che nel secondo tempo, con i molisani, che dopo un azione fulminea e fisica al tempo stesso, sfiorano il raddoppio colpendo il palo, con il Campobasso che vince per 1-0 contro la Juventus.

 

Al ritorno la Juventus vincerà 4-1 contro il Campobasso, ma i molisani riescono addirittura a passare in vantaggio, e lo stesso Marco Maestripietri, grazie a quella partita, giocherà per dieci anni con i lupi molisani, diventando uno delle bandiere dell’indomito Campobasso

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All’anfiteatro di Interamna-Terni veniva giocato Lo ”strappalla”, il gioco dell’Antica Roma che ha fatto nascere i giochi con la palla moderni

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La passione per gli sport con la palla e soprattutto il calcio non nasce nell’epoca moderna, ma viene dalle epoche antiche in cui I romani giocavano ad un gioco con la palla denominato ”Strappalla”, i quali a loro volta conobbero alcuni giochi con le sfere che erano diffusi tra gli antichi greci, poiché i romani occuparono dei territori ellenici del II secolo a.C. Tali giochi erano diffusi presso gli antichi greci con i nomi di ”Harpaston” ed ”Episkouros”, che tradotti in italiano significano ”strappalla” e ”calpalla”,  in cui due squadre si affrontavano usando in entrambi le mani ed i piedi, con la differenza che nell’Harpaston si usavano le mani ed i piedi per fare punto, mentre nell’Episkouros si potevano usare solo le mani per passare la palla,  mentre solo i piedi dovevano essere usati per fare i punti, ed in entrambi i giochi l’obbiettivo della squadra era di portare la palla oltre la linea del campo. I romani affascinati da questi due giochi decisero di modificarli lievemente, rendendolo più veloci e dove la linea del campo venne in parte sostituita dalle assi di legno nello strappalla-episkouros, mentre nello strappalla-harpaston il gioco rimane invariato con le stesse regole che si usavano nei territori greci, ed i nuovi giochi seppure diversi diventano i principali sport dell’Antica Roma, diffusi tra adulti e bambini. L’importanza di questo gioco fa si che le partite vengano disputati negli anfiteatri e nelle arene della penisola italica, dove le squadre cittadine si affrontano tra di loro in partite combattute. Gli antichi romani diffusero poi un tutto il territorio che apparteneva alla Repubblica dell’Antica Roma e poi dell’Impero Romano Erano infatti frequenti varie partite fra i romani e le popolazioni autoctone dell’Impero Romani, anticipando con molto anticipo le sfide tra le nazionali dell’Italia e della Francia, della Germania, della Grecia, della Spagna, del Portogallo e di tutte le micro nazioni dell’impero romano, con la partita più famosa che fu giocata contro i britannici nel 276 d.C. e vide proprio i “barbari inglesi” prevalere col punteggio di 1-0.

La redazione di Ternana Live ringrazia wikipedia per l’immagine concessa

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Il Ducato di Spoleto ha rappresentato la Grande Umbria nel Regno Longobardo d’Italia

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Nell’Italia Medioevale,  i Longobardi crearono il Regno Longobardo d’Italia, suddiviso al suo interno da vari principati, ducati e contee che erano amministrati da vari signorotti locali, che giuravano fedeltà al re longobardo-italico. All’interno di questo regno c’era il ducato di Spoleto, che  oltre ad essere  uno dei ducati più importanti per potenza politico militare, aveva un territorio vasto che andava dalle Marche del sud fino a tutto il territorio abruzzese, ed il comune di Terni insieme alle terre del Contado Ternano, rimase legato per quasi mille anni. Il ducato spoletino divenne uno dei maggiori ducati di questo regno italico, ed al tempo stesso rappresentò la terra dell’Umbria ed i territori ad esso legata nel Regno Longobardo d’Italia, poiché gli umbri spoletini e ternani furono amici del popolo longobardo-tedesco, il quale volle riunire l’Italia come fecero gli antichi romani, creando un regno italico che a differenza di molti stati del periodo fu liberale ed innovativo, poiché i longobardi riuscirono a dare grande libertà ai cittadini del regno, e tra le nuove leggi che davano maggiore solidarietà tra i ceti sociali, ed una maggiore libertà ai cittadini, ed ci fu l’abolizione della schiavitù che purtroppo era presente in molti stati antichi. Gli umbri antichi furono fin da subito fedeli vassalli dei longobardi teutonici  nelle lotte per riunire l’Italia, ed il re dei longobardi italici decise di premiare gli italici umbri, creando per loro un ducato a Spoleto che sarebbe stato la continuazione della VI Regio Umbria, e che era un ducato autonomo da un punto di vista militare e fiscale dal regno longobardo, poiché l’autonomia territoriale serviva a premiare la fedeltà delle genti umbre verso i longobardi. La città di Terni divenne poi il luogo in cui il Re longobardo Liutprando incontrò Papa Zaccaria per pacificare il Papa di Roma ed il popolo longobardo, dove vennero accolti entrambi come liberatori dalla popolazione ternana, e l’incontro nella città della conca ternana avvenne poiché Terni fu la città di San Valentino, ed al tempo stesso era una città dove i longobardi si legarono alla popolazione locale, ed il comune di Terni all’interno del ducato spoletino venne posto come la seconda città del ducato di Spoleto grazie all’intercessione dei longobardi amici della gente ternana.

La redazione di Ternana Live Ringrazia wikipedia per l’utilizzo dell’immagine

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Se ne è andato Claudio Tobia

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Ci ha lasciato Claudio Tobia, che è stato uno degli allenatori più vincenti ed amati della Ternana, il quale fu un allenatore della Fere Umbre per molto tempo e che allenò la Ternana sempre nei momenti di difficoltà della squadra rossoverde, riuscendo a salvare ed aiutare le fere umbre in molti occasioni. Claudio Tobia fece anche vivere ai tifosi rossoverdi delle emozioni indimenticabili, poiché come allenatore delle Fere, riportò la Ternana alla promozione dopo lo spareggio di Cesena del 1989 dove le fere rossoverdi batterono il Chieti 3-1 ai calci di rigore, con la squadra rossoverde che era seguita da quindicimila tifosi ternani che poterono esultare grazie alla squadra ternana sapientemente guidata da Claudio Tobia soprannominato ”Lu Cinghiale” dai tifosi ternani, e questa promozione permise alla Ternana di rilanciarsi dal periodo buio del decennio del 1980, per poi ritornare in serie B nel decennio del 1990.

Addio magico cinghiale rossoverde e grazie per le emozioni che ci hai dato, sappi che il tuo ricordo non abbandonerà mai i tifosi rossoverdi.


Ringraziamo l’Umbria in testa per averci fatto usare l’immagine di Claudio Tobia

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